Ucraina Russia ColdWar 2.0: il fronte cyber non promette nulla di buono

Olivia Terragni
4 min readJan 23, 2022

Se "mai" vedremo un’altra guerra mondiale, sarà - in grossa parte - appesa ai fili del cyber spazio. E questo lo abbiamo - oramai - capito.

Roberto Villani, Olivia Terragni, su Red Hot Cyber

Il 19 Gennaio 2022, in un tweet — moderno telegrafo — l’Ambasciata russa a Washington comunica:

“Sottolineiamo ancora una volta: [bandiera russa] non attaccherà nessuno. La pratica di spostare le truppe sul nostro suolo è un diritto sovrano. Chiediamo di porre fine all’isteria e di non accumulare tensione attorno al problema #Donbass”,

[dove il Cremlino sostiene i separatisti dal 2014 negli scontri con le forze governative ucraine].

Tuttavia la Russia è molto attenta alla sicurezza delle sue frontiere, soprattutto perchè la NATO, senza sosta, si sta mettendo alle sue porte. Ovviamente il dispiegamento di forze vicino al confine bierlorusso non è passato inosservato, grazie ai bombardieri strategici a lungo raggio Tu-22M3. Tutto dichiarato. Il vero problema è che l’Ucraina si sta armando — e viene armata — sino ai denti. Intanto Mosca attende. Attende una risposta “veloce” sulle garanzie di sicurezza (garanzie legali di rifiutare un’ulteriore espansione verso est della NATO, di unirsi al blocco ucraino e di stabilire basi militari nei paesi post-sovietici). È importante decidere in fretta e si vuole usare diplomazia.

L’idea di circondare la Russia di paesi aderenti alla Nato non piace a Putin, che per fermarne l’espansione ad est ha posto la condizione che l’Ucraina non vi entri mai. Mentre le truppe russe con i loro mezzi si sono ammassate al confine ucraino in posizione non di attacco ma “difensiva” (afferma) per chiarire le questioni in corso con Stati Uniti, NATO e Kiev, dal Cremlino quindi — ripetiamo — si leva la richiesta di una garanzia di sicurezza.

Secondo Dimitry Peskov — il portavoce del Cremlino — sui confini della Russia attualmente c’è una tensione eccessiva:

“Abbiamo troppa tensione al confine. Abbiamo troppa tensione in questa parte d’Europa. E, ovviamente, trascina automaticamente più problemi. Ecco perché è estremamente, estremamente pericoloso per il nostro continente. Questo è il motivo [ per cui] insistiamo affinché riceviamo una risposta diretta alle nostre preoccupazioni, una risposta estremamente specifica per le nostre proposte estremamente specifiche”

Putin sembra avere perso la pazienza: finirà nelle braccia di Pechino? Situazione incerta anche per la crisi del Donbass sul confine tra Kiev e Mosca, che non è mai stata risolta. Al riguardo il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha affermato che “l’Ucraina è governata esternamente dagli Stati Uniti”.

“Washington è in grado di costringere semplicemente il regime di Kiev ad attuare finalmente gli Accordi di Minsk. Questo argomento è stato discusso anche durante il vertice Putin-Biden lo scorso giugno a Ginevra”

La tensione — di tutti — è alta e sui fili del cyber spazio la tensione sale ancor di più.

Il rischio hacking verso Ucraina e Usa è reale e già successo

Con i carri armati sul suolo europeo sembrava che gli attacchi cyber fossero passati in secondo piano. Eppure in un momento così delicato le frontiere informatiche restano aperte, perché, le operazioni offensive della Russia non sono solo una minaccia costante, ma uno strumento che la Russia utilizza insieme ad altri mezzi militari — guerra elettronica (EW), operazioni di guerra psicologica, disinformazione, distruzione delle capacità dei sistemi computerizzati avversari etc. — per perseguire obiettivi strategici e prendendo di mira l’infrastruttura informativa dell’avversario, “proteggendosi così a sua volta” in una forma di controazione, soprattutto per ricordare agli USA che la Russia continua ad avere modi per danneggiare i suoi interessi.

La Russia percepisce lo spazio dell’informazione in termini geopolitici: il loro spazio informativo costituisce la continuazione ed è quindi tutt’uno con i confini territoriali, che nel caso della questione Ucraina ritengono in pericolo da intrusioni straniere. Ed ecco perché mentre ad Ovest, ciò viene chiamata sicurezza informatica dall’Orso Bianco viene chiamata sicurezza delle informazioni. Tra le sue priorità è mettere al sicuro il Paese, anche con azione preventiva. A tutto ciò si aggiunge la totale sfiducia nell’Occidente, da parte di un paese ricco di risorse ma così povero di protezioni naturali dei suoi confini — causa di invasioni ripetute. E la Russia userà tutte “le armi” a sua disposizione, per dare anche fastidio agli USA, che giustamente sono sul chi va là.

Si prospetta un allontanamento irreversibile di Mosca dall’Ue dall’agenda incerta? Quale sarà il futuro del Nord Stream 2? E in che braccia si getterà Putin? Quale profilo internazionale si va delineando? A queste domande è difficile rispondere ma intanto una risposta è attesa.

In tutto questo l’attacco ai siti governativi- arrivato in un punto in cui le tensioni si sono alzate — e dove non c’è stato alcun tentativo di nascondere l’identità russa degli aggressori — potrebbe significare un avvertimento, potrebbe anche non arrivare direttamente dal Cremlino, potrebbe far pensare all’esercito ribelle ucraino UPA o potrebbe essere stato il gruppo APT bierlorusso UNC1151 e arriva sulla scia di una crisi vicina che riguarda la Bierlorussia, ove l’uscita legale per i suoi cittadini è tutt’ora fortemente limitata.

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Olivia Terragni

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